Nonostante San Francesco sia comunemente associato al comune di Assisi, fu fortemente legato a Nocera Umbra durante tutta la sua vita. La cittadina era conosciuta fin dall’inizio del XIII secolo per le proprietà curative delle sue acque. A renderla famosa come località termale furono la Sorgente Angelica e la sorgente del Centino, da poco riaperta al pubblico.
Il santo era inoltre unito da una salda amicizia con San Rinaldo, che al tempo era il vescovo di Nocera. Li accomunava un forte desiderio di rinnovamento della Chiesa. San Rinaldo fu uno dei 7 vescovi a presenziare alla promulgazione dell’Indulgenza della Porziuncola da parte del papa Onorio III. Di cosa si tratta?
L’importantissimo privilegio dell’Indulgenza garantisce “la remissione di tutte le colpe” a chiunque si rechi in visita alla piccola chiesa, il luogo in cui San Francesco comprese la sua vocazione. La presenza del vescovo nocerino alla nascita del Perdono della Porziuncola testimonia il legame d’affetto che lo univa al Poverello d’Assisi. Sono ormai otto i secoli in cui l’Indulgenza della Porziuncola attira numerosissimi pellegrini, desiderosi di ricevere il perdono.
Nel 1226, San Francesco si recò in uno stato di profonda debolezza a Bagnara, presso la Romita, al fine di giovarsi delle acque presenti in località Bagni. Tuttavia, alcuni fattori esterni posero presto fine ai suoi desideri di pace e ristoro. Non gli fu possibile rimanere a lungo a Nocera, poiché i Cavalieri di Satriano lo prelevarono nello stesso anno, riportandolo in corteo fino alla città natia. Gli assisani infatti, messi al corrente della gravità della malattia, inviarono frettolosamente alla Romita una solenne delegazione.
Come forma di devozione per San Francesco, sono molti i pellegrini a ripercorrere il Sentiero Francescano. Questo cammino tocca i luoghi geografici più importanti nella vita del santo, incluse le tappe del suo “ultimo viaggio” verso Assisi. Oggi lo si effettua a ritroso partendo da Assisi, passando per Postignano, fino ad arrivare a Nocera Umbra Scalo.
In memoria del santo, nella cittadina umbra rimangono una delle porte medievali, a lui dedicata e le rovine del convento francescano della Romita. I frati minori la edificarono nel XV secolo, grazie alle generose elargizioni dei nocerini devoti a San Francesco.