Al largo del Mar Egeo si trovano due isole che fanno parte dell’arcipelago del Dodecaneso: Kasos e Karpathos. Terre remote, difficili da raggiungere e le cui acque hanno a lungo nascosto dei tesori perduti nel tempo. Eppure alcuni ricercatori dopo molte fatiche sono riusciti a riportare alla luce tutto ciò che giaceva sommerso nello stretto di Kasos. Così da documentare e identificare i resti delle culture sul fondo marino.
Nell’ottobre del 2023 si sono conclusi i lavori, durati anni, sui resti di un sito archeologico sottomarino, precisamente nello stretto di Kasos nell’Egeo. Le spedizioni sono state 4, condotte sotto la supervisione dell’Hellenic National Rresearch Foundation e del Ministero della Cultura Greco. Grazie a questi lavori sono stati identificati resti risalenti al 3000 a.C., al Medioevo e al periodo ottomano. I ricercatori hanno portato alla luce ben 10 relitti sommersi.
Le prove di innumerevoli naufragi di diverse epoche giacevano seppellite sul fondale marino. Uno notevole d’epoca romana, altri risalenti invece al periodo classico ed ellenistico. Assieme ai resti è stato anche possibile identificare ciò che le navi trasportavano, riuscendo a risalire addirittura alle tratte percorse.
Tra i relitti dello stretto di Kasos si registrano: un’ancora del periodo Arcaico, ceramica in terra sigillata d’età romana e fabbricata in Africa e un’anfora spagnola, più alcune stoviglie. Come se non bastasse, uno dei relitti di Kasos è verosimilmente una nave della Seconda Guerra Mondiale.
Secondo il Ministero della Cultura il rinvenimento più importante sarebbero proprio i resti del naufragio di una nave d’epoca romana. Il relitto sul fondale dello stretto di Kosos era adibito al trasporto di anfore dal contenuto prezioso: olio dalla Spagna, probabilmente dall’aera del Guadalquivir. Altre due sono le navi il cui carico venne identificato: una trasportava anfore realizzate nell’Egeo settentrionale nel I secolo a.C., l’altra anfore di Mendi del V secolo a.C.
Il team interdisciplinare che si è occupato dei relitti dello stretto di Kasos ha così mappato per la prima volta il reef di Kasos-Karpathos. Impresa riuscita grazie all’utilizzo di sonar a scansione laterale. La remota area dello stretto di Kasos e delle aree circostanti sono state luogo di ricerche sistematiche a partire dal 2019. Questo è un sito ancora lontano dall’essere completamente svelato e si attenderanno quindi nuovi e preziosi rinvenimenti tra i relitti di Kasos.