Nel cuore della Turchia centrale, e più precisamente nel sito di Büklükale, l’anno scorso avveniva il ritrovamento di una tavoletta cuneiforme ittita. Si tratta di un reperto a dir poco importante ed antichissimo, pensate che risale a ben 3.300 anni fa e riporta delle preziose iscrizioni che oggi finalmente sono state tradotte e ci rivelano parti importante di storia antica.
L’autore della traduzione è Mark Weeden dell’University College di Londra. Altro protagonista importante della vicenda è invece Kimiyoshi Matsumura dell’Istituto giapponese di archeologia anatolica, principale autore del rinvenimento. Ma vediamo insieme cosa ci dicono le incisioni cuneiformi della preziosa tavoletta.
Innanzi tutto non è corretto parlare solo di lingua ittita. Nelle iscrizioni tradotte da Weeden vi sono parti scritte anche in lingua hurrita. Tutte queste si riferiscono al re ittita Tudhaliya II e ad un rituale che questi pare abbia compiuto. Dei precedenti studi rivelano che il sito turco fosse, nell’antichità, una importante città ittita. Nuove ipotesi prevedono che addirittura possa essere il centro reale del regno.
Ritorniamo però ora alla nostra tavoletta, e soffermiamoci sulla sua dualità. L’iscrizione in lingua ittita si riferiva infatti ad un contesto molto diffuso e ben conosciuto all’epoca: la guerra. Questa prima parte infatti descriveva l’inizio di uno scontro bellico. La seconda parte, quella in lingua hurrita, era invece di impronta diversa, era di stampo religioso.
Tale lingua infatti era quella utilizzata dagli ittiti per gli ambiti religiosi della loro vita. Si trattava, più precisamente, di un’invocazione al dio della tempesta Teshub. Ciò che si chiedeva alla divinità era consiglio e vittoria nella guerra prima citata. Dunque si tratta sì di due parti differenti in due lingue differenti, ma sono comunque profondamente legate fra di loro.
Il ritrovamento in questione getta dunque nuova luce su una società molto antica e ci fornisce preziose conoscenze anche sull’ambito religioso. Quest’ultimo, come spesso accadeva, era strettamente connesso a vicende quotidiane come la guerra. Nuovi scavi potrebbero dirci di più su questa affascinante civiltà, speriamo dunque in nuove tavolette.