Il giaguaro è un animale formidabile e spettacolare. Per i Maya era addirittura sacro, importante a tal punto da dedicargli un’intera città. “Primo Giaguaro“, o “Yax Balam”, riemerge dopo oltre 3.000 anni grazie ad un super lavoro coordinato e guidato da archeologi di Repubblica Ceca e Slovacchia.
La città in questione ebbe il suo periodo di massimo splendore tra 850 e 150 a.C., durante il cosiddetto periodo Preclassico della popolazione Maya. Da allora in poi non si ebbero più molte tracce della città del Giaguaro. Il tempo e la terra l’hanno tenuta nascosta alla storia per circa 3.000 anni, fino ad oggi. Grazie soprattutto agli strumenti tecnologici il lavoro è stato semplificato, ma comunque molto arduo.
La cittadina si estende per ben 7 km quadrati e corrisponde con il grande lavoro preventivo di incrocio di dati e studio approfondito sulle mappe. L’entusiasmo era tanto, come testimoniano le parole di Sara Polak, una delle persone chiave del progetto. Altro elemento di fondamentale importanza è stato il telerilevamento laser (LiDAR).
Il LiDAR è uno strumento già utilizzato diverse volte in queste zone perché la loro conformazione naturale respinge visitatori indesiderati. Per penetrare il fitto della giungla si utilizza tale sistema di rilevamento a distanza che consente di sapere con anticipo se c’è davvero qualcosa da ricercare e se si ha un riscontro con i dati studiati.
Altro attore della vicenda è stata l’intelligenza artificiale. Questa, analizzando le fotografie 3D sottopostele, ha individuato le strutture architettoniche presenti. Grazie dunque a mezzi così nuovi si possono capire cose molto vecchie, come ad esempio la vita dei Maya nelle fasi iniziali del suo sviluppo, come sottolinea sempre Sara Polak.
Dalle prime analisi degli edifici rinvenuti si ipotizza che anche qui, già all’epoca, vi era una società progredita e molto dedicata alla cultura astronomica. Si trovano infatti palazzi, piramidi ed osservatori astronomici. Le ricerche proseguono e nuove scoperte di sicuro arriveranno, e questo non può che rincuorarci.