Siamo abituati a sentir parlare di tesori romani trovati sotto diversi metri di terra o di tombe già saccheggiate dai tombaroli. La situazione di Adamkayalar e delle sue statue romane è a dir poco peculiare. Queste opere d’arte antichissime si trovano infatti non nascoste ma in bella vista, alle pendici di una montagna.
Si tratta dei Monti Toros, a soli 7 km dal paese marittimo di Kızkalesi, in quella parte di Turchia meridionale che affaccia sul Mar Mediterraneo. Per 5 km, a partire da tale villaggio, vi è una strada asfaltata che conduce verso i Monti Toros. Gli ultimi due chilometri sono poi molto più accidentati e difficili da percorrere, essendo la strada sterrata e stretta.
Si arriva infine alla gola di Şeytanderesi. Di fronte ad essa, alzando lo sguardo, si resta stupiti dalla presenza di nove nicchie contenenti il doppio delle statue. Queste rappresentano: undici uomini, cinque donne, due bambini ed uno stambecco. Sono presenti nell’area anche delle sculture di aquile romane. Non si hanno prove né documenti che attestino o spieghino l’origine delle opere d’arte.
Probabilmente si tratta di incisioni risalenti al I-II secolo d.C., e “Adamkayalar” significa letteralmente “uomini-rocce”. Si ipotizza inoltre, data presenza di cavità e di nicchie, che si utilizzava il sito come luogo di ritrovo religioso e forse anche politico. Inoltre la zona si trovava al centro di un importante snodo stradale.
La presenza delle statue e delle nicchie poteva forse indicare che vi erano dei romani o una famiglia da quel dato punto in poi. Ricordiamo infatti che nei primi secoli dopo Cristo iniziava il periodo di occupazione romana dell’area. Da tale snodo si potevano tenere sott’occhio le strade d’accesso alla vallata. Si trattava dunque di un punto nevralgico di controllo del territorio.
Gli archeologi e gli studiosi stanno lanciando in questo periodo numerose richieste d’aiuto. Le statue sono esposte alle possibili azioni di tombaroli e saccheggi, e sono spesso danneggiate da atti vandalici di cacciatori di tesori. Anche la comunità accademica si unisce al coro e speriamo dunque in una dovuta protezione e in uno sviluppo positivo della faccenda.