Il sommovimento causato a più livelli dalla Rivoluzione Francese fu uno degli eventi storici più gravidi di conseguenze. Molte cose cambiarono e su più livelli: storico, istituzionale e sociale. A questa vicenda è legato un antico mistero, quello della Zucca francese, un manufatto dell’epoca pirografato con ritratti di personaggi illustri quali Luigi XVI, la regina Maria Antonietta e il loro Delfino.
Il luogo principe della vicenda è l’Abbazia di Saint Denis, luogo di sepoltura dei reali francesi per più di un millennio. Da Dagoberto in poi, della dinastia Merovingia, che ebbe lì la sua sepoltura, nel 605, iniziò una tradizione che durò fino al 1824, con Luigi XVIII di Borbone che fu l’ultimo sovrano a vedere le proprie spoglie sepolte nel prestigioso luogo.
Questa vicenda è legata a quella della Zucca da un personaggio sfortunato e controverso della storia francese: il piccolo Luigi, Delfino di Francia e futuro re con il nome Luigi XVII. Figlio del re e della regina Maria Antonietta, il piccolo, infante durante la Rivoluzione, ebbe un’esistenza tutt’altro che pacifica, ed una morte tutt’altro che quieta. Nel 1793, anniversario della presa delle Tuileries del 10 agosto dell’anno prima, ci fu infatti una nefasta azione di rivalsa contro i precedenti sovrani.
Le loro tombe furono profanate per fondere il bronzo ed il piombo presente. Successivamente i loro resti, dopo lo smembramento, trovarono posto solo in due fosse comuni. Ciò non scrisse la parola fine all’atto di nefandezza. Le spoglie deturpate ricevettero in omaggio anche una dose di calce viva, per accelerare la loro decomposizione. Menomale che, come si usava fare, il cuore e gli altri organi interni dei sovrani subivano l’imbalsamazione ed avevano un luogo di conservazione separato.
Ritorniamo però alla nostra zucca, che contiene un’iscrizione interessante: “Maximilien Bourdaloue il 21 gennaio di quest’anno ha imbevuto il suo fazzoletto nel sangue di Luigi XVI dopo la decapitazione, coagulatosi lo mise in quella zucca […]”. Da alcune ricerche del 2006 emerge infatti che nella Zucca era presente DNA umano di una persona dagli occhi azzurri e di sesso maschile. Inutile però cercare riscontro nelle spoglie di Luigi XVI, ormai deturpate, e in quelle del figlio, mai ritrovate.
C’era un altro barlume di speranza però, un collezionista che aveva una testa mummificata acquistata nel 1919 e che doveva essere di Enrico IV. Questo si rivelò un in seguito un falso. Nulla da fare. Al contempo, l’autorizzazione a procedere all’analisi del cuore del piccolo Luigi XVII non arriva, e dunque non c’è per ora via per risolvere questo mistero secolare. La domanda continuerà a frullare ora nella nostra di zucca.