La vicenda di Pompei è sempre ricca di particolari e di nuovi racconti tutti da scoprire. Quello di oggi appartiene di sicuro a questa categoria, essendo peculiare e strano abbastanza da attirare l’attenzione di molti. Parliamo dei resti di Novia Amabilis, una donna pompeiana cremata e sepolta con ben 6 litri di un liquido scuro molti simile al vino.
Le vicissitudini di Novia sono strettamente collegate a quelle dell’altro grande protagonista di questa vicenda: Marcus Venerius Secundio. Costui era uno schiavo, poi liberato e asceso ai ranghi più alti della società e ricordato, anche su una lastra commemorativa, come colui che diede per 4 giorni di fila degli spettacoli ludici sia in greco che in latino. Un altro particolare sul nostro Marcus è che si trattava di un imprenditore di successo del I secolo d.C.
Morì, secondo le recenti analisi delle ossa, all’età di 60 anni, poco prima di quella fatidica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. L’altra caratteristica particolare è appunto che ci sono ancora le sue ossa. Perché? Al contrario della consuetudine dell’epoca, Marcus non si fece cremare. Per spiegare ciò, gli studiosi avanzano un’ipotesi specifica.
Secondo loro infatti potrebbe trattarsi di uno schiavo greco, arrivato in Italia dove si affrancò fino a diventare ricco. Nel momento della sua morte prevalsero però i ricordi e le consuetudini greche, che vedevano la morte per inumazione come garante di vita eterna. Inoltre, tale ipotesi spiegherebbe anche il perché organizzò spettacoli sia in greco che in latino.
Ma torniamo ora alla sua amata moglie, che decise invece di farsi cremare. La sua urna verde scuro, con due manici a forma di M, conteneva ben 6 litri di un liquido alquanto particolare, simile al vino. Accanto a questo vi erano anche dei resti vegetali, che sono analizzati insieme al contenuto misterioso.
Si tratta di un’altra storia da Pompei, questa volta antecedente l’eruzione, ma comunque sempre degna di nota e molto ambigua. Le analisi ci daranno forse risposte più approfondite, per ora lasciamo invece libero sfogo alla nostra immaginazione.