Come in molti altri ambiti della vita quotidiana, anche nel teatro l’uomo tende ad essere estremamente scaramantico e superstizioso. Quelle che vi racconteremo oggi sono solo alcune delle maledizioni e delle formule più strane utilizzate nei vari teatri. In particolare parleremo della maledizione di Shakespeare e della scaramanzia teatrale inglese e italiana.
Partiamo dalla terra anglosassone, dove c’è un’opera del Bardo dell’Avon in particolare a essere collegata ad una maledizione. Stiamo parlando di Macbeth. Nei vari atti del dramma sono infatti presenti tre streghe che, da svariati secoli ormai, continuano ad alimentare leggende e dicerie varie. Nessun attore infatti può pronunciare il titolo dell’opera mentre si trova a teatro, deve sostituirlo con “The Scottish play”, pena una maledizione.
Dire “Macbeth” a teatro comporta infatti una serie di rituali di “purificazione” da attuare per poter rientrare. L’attore errante deve uscire dalla struttura, girare tre volte su se stesso, sputare da sopra la spalla sinistra, recitare una battuta di un altro dramma shakespeariano e poi bussare in attesa di essere ammesso nuovamente. Secondo alcuni, difatti il poeta inglese avrebbe chiesto a delle fattucchiere le formule utilizzate nel dramma o, secondo altri, nelle prime rappresentazioni le attrici furono delle vere e proprie streghe.
Tutti questi elementi portarono le masse a ritenere l’opera maledetta. Ma se pensate che la superstizione teatrale sia solo appannaggio inglese, vi sbagliate. In Italia infatti c’è un’usanza ancora più strana forse, ma con un riscontro tangibile nella realtà. Nel recitare a teatro gli attori non devono mai vestire il colore viola. Anche questa è una tradizione oramai consolidata; vediamo da cosa deriva.
Nel lontano Medioevo, le commedie e gli altri atti teatrali venivano sospesi durante la Quaresima, ovvero quaranta giorni prima di Pasqua, causando non pochi problemi economici alle varie compagnie. Il colore di tale periodo liturgico è proprio il viola, che ricorda perciò grandi perdite (economiche) e problemi (di audience) al mondo teatrale. Meglio evitare, comprensibile.
Le stranezze e le formule non finiscono qui. Ad esempio il copione non deve mai toccare terra, o non si accettano auguri di nessun genere. Tutte conoscenze ed usanze oramai stratificate nel tempo e che, se siete tipi superstiziosi, una volta apprese potrete seguire, evitando sciagure di ogni genere o colore, possibilmente viola.