Ad oggi lo studio della geografia è appannaggio di tutti coloro che seguono un corso di educazione basilare. A partire dalle scuole elementari la materia entra a far parte della nostra esistenza, ma un tempo non era certo così. E lo sapeva di sicuro molto bene Strabone, il primo geografo di importanza immensa a lasciarci testimonianze incredibilmente importanti.
Strabone nacque ad Amasia, nella regione turca della Cappadocia. La sua era una famiglia di origine nobile ma che andava incontro ad un’ineluttabile decadenza. In ogni caso, il nostro protagonista riuscì a studiare e partì dalla base: la cultura classica. Questa lo influenzò a tal punto che ritenne Omero il primo grande geografo conosciuto.
Strabone aveva un’altra grande peculiarità caratterizzante, a differenza di molti geografi più o meno a lui coevi, o successivi, viaggiò moltissimo. Risalì il Nilo nel corso dei suoi anni egiziani, viaggiò in Etiopia e approdò anche in Italia. Sembrava inoltre essere pienamente conscio di questa sua caratteristica perché scrisse nella sua stessa opera di essere l’unico fra i suoi colleghi ad aver visitato così tanti posti.
L’opera in questione si intitola esemplificativamente “Geografia“, ed è divisa in ben 16 volumi. Il mondo che vi è rappresentato al suo interno è pero profondamente diverso da quello che conosciamo e studiamo noi. La Terra è infatti divisa in 5 fasce differenti: due fredde (a nord e a sud), due temperate ed una torrida. Nella parte nord del mondo era collocata l’isola considerata abitata da Strabone, circondata da oceani.
Il centro del mondo era allora considerato il Mar Mediterraneo. Di conseguenza si susseguivano gli altri punti principali: ad est l’Asia, a sud la Libia (dopo la conquista romana chiamata Africa) e a nord l’Europa. Non c’era stata infatti, all’epoca, alcuna circumnavigazione del globo e, di conseguenza, un sacco di conoscenze e di particolari non erano noti. Questa semplicistica e facile divisione del mondo era quella allora più conosciuta e condivisa.
Col tempo e con le successive navigazioni ed esplorazioni del globo terracqueo, le conoscenze sarebbero profondamente mutate. Ciò però non deve togliere nulla all’imponente lavoro e al primo grande passo compiuto da quello che oggi è considerato il più noto geografo della nostra storia.