La roboante sconfitta nella Prima guerra mondiale, il disfacimento di un impero che da secoli era considerato il “grande malato d’Europa”, le inaccettabili decisioni di Sèvres nel 1920, contrasti violenti tra comunità etnico-religiose e infiltrazioni estere nel tessuto economico-politico. Da tali premesse si giunse ad una guerra, guerra che rese la Turchia una nazione.
Mustafa Kemal, poi Atatürk, è il volto di quella Turchia che nacque e lo spirito della nazione odierna (sebbene lo sia più a livello simbolico che pratico). L’eroe di Gallipoli, distintosi come ufficiale dalle capacità militari e organizzative eccelse, venne scelto dal fantoccio governo ottomano – il guinzaglio lo reggeva Londra – per sovraintendere la smobilitazione delle truppe nell’Anatolia orientale. Kemal sceglie come centro delle sue operazioni la città di Ankara.
Nel frattempo un piccolo accenno sugli eventi nell’ovest anatolico. L’Italia vedeva infrangersi la “promessa di Smirne” perciò disattese l’armistizio e inviò truppe con l’obiettivo di occupare i territori che sentiva propri di diritto. Gli alleati, in primis l’Inghilterra, non potevano permettere tutto ciò e si affidarono alla Grecia, che occupò Smirne nel 1919. Una situazione che restò tesa almeno fino al 1922.
La situazione è estremamente caotica, perché a Costantinopoli si scinde il parlamento, con i nazionalisti che non accettano il Trattato di Sèvres. Kemal è intelligente; egli sfrutta l’occasione per proclamare la nascita di un nuovo governo ad Ankara, ostile a quello di Costantinopoli. Sistemate le tensioni ad est con gli armeni, Mustafa Kemal cerca di contrastare l’avanzata greca ad Ovest.
In tal senso la battaglia di İnönü è decisiva, perché segna l’inizio della controffensiva turca. Una controffensiva che nel giro di 2 anni conduce Kemal alla riconquista di tutta l’Anatolia occidentale nonché di Costantinopoli (dopo un braccio di ferro con Londra).
Nel 1923 le parti in gioco firmano il Trattato di Losanna, il quale annulla le disposizioni di Sèvres e permette la nascita dell’odierna Turchia. Il parlamento turco nel 1934 riconosce come tutto ciò non sarebbe stato possibile senza Mustafa Kemal, o per meglio dire Atatürk, il “Padre dei Turchi”.