Una segnalazione… Tutto nasce da un semplice avviso indirizzato alle autorità competenti. Gli abitanti di Uzunkaya, un villaggio di 144 anime immerso nella Cappadocia turca, avranno comunicato a chi di dovere alcuni “spostamenti sospetti” nella vicina campagna. Le successive indagini hanno rivelato qualcosa di straordinario, unico per certi aspetti: gli antichi resti di una villa romana.
Essi nel tempo hanno subito azioni mirate di sciacallaggio, le stesse che la polizia distrettuale di Kela Hanma ha sventato nello scorso dicembre. Il degrado architettonico dell’area è evidente, fortunatamente gli esperti hanno salvato il salvabile. Gli scavi per il recupero della villa romana sono stati effettuati sotto la direzione del Museo storico-archeologico di Mardin.
La villa di tipo rustico non è l’unico pezzo pregiato della collezione. Nella zona d’interesse gli archeologi hanno rintracciato un vero e proprio insediamento rurale, protetto da mura. All’interno dell’edificio centrale, sono ancora visibili dei bellissimi mosaici pavimentali databili tra il V e il VII secolo d.C. I 100 metri quadrati di decorazione sono unici nel loro genere, soprattutto tenendo conto dei precedenti ritrovamenti nella regione. La particolarità sta nei soggetti raffigurati: animali acquatici. Mai vista una cosa simile nel centro della penisola anatolica.
Si notano chiaramente pesci, squame, figure geometriche incastonate tra loro, volatili, molluschi e crostacei. Uno spettacolo per gli occhi di un eventuale ospite altolocato, appartenente alla classe gentilizia dell’impero Tardoantico, convenzionalmente bizantino. Non lontano dalla villa romana si trova anche una necropoli, anch’essa databile tra il VI e il VII secolo. Obiettivo ultimo degli operatori è quello di procedere con l’estrazione del mosaico pavimentale, così da garantire una sua preservazione/manutenzione in sede museale. D’altronde la cosiddetta “aria aperta” alla quale sono stati esposti (ma neppure troppo, vista la locazione sconosciuta fino a poco tempo fa) non è stata risanatrice, per così dire.
L’imponenza artistica del complesso abitativo indica un fatto ben noto agli storici: l’Asia Minore era la regione ricca per eccellenza per le economie della Roma tardoimperiale e, in seguito, per la Costantinopoli degli autocrati. Vorrei ricordare inoltre come la centralità della regione non era solo ed esclusivamente di carattere commerciale. Molteplici erano gli elementi che rendevano l’Anatolia imprescindibile: le ottime comunicazioni viarie, la difendibilità e quindi il lato strategico del suo possedimento.
E di conseguenza non si può omettere l’aspetto culturale di una vasta area romanizzata fino alla radice, nella quale non era difficile imbattersi in biblioteche invidiate dalla pars occidentalis, teatri, infrastrutture solide e maestose (gli acquedotti in territorio turco sono tra i più sontuosi mai realizzati). Quel passato non può sopravvivere, DEVE sopravvivere e l’intervento deciso sulla domus di Uzunkaya è un messaggio chiaro e forte in tal senso.