Se si vuole considerare l’Eurasia come un unico continente e la sua popolazione come unita, si può tranquillamente dire che questa abbia colonizzato, da tempi ormai remoti, le restanti zone del mondo. Prima ancora dell’Africa, il processo di colonizzazione più importante fu quello dell’America, collegato al grande evento storico della cacciata degli indiani. Oggi parleremo della popolazione Pequot e della loro tragica fine ad opera dei colonizzatori.
I Pequot abitavano i territori del New England, quello che è l’attuale Connecticut. Erano divisi in clan e ognuno aveva specifici compiti nella gestione della società. Le loro principali attività erano connesse alla caccia, alla pesca e all’agricoltura. Si trattava inoltre di un popolo molto abile nella costruzione delle canoe.
I primi contatti con gli europei erano vincolati proprio al commercio. Gli indiani acquistavano armi e altri prodotti in cambio delle loro prestigiose pellicce. Tali primi contatti avvennero intorno al 1614, per quanto i Pequot tentarono di tenersi il più lontano possibile dagli europei, ma questo gli fu praticamente impossibile.
A cambiare tragicamente le sorti della vicenda fu però un evento naturale, abbastanza devastante. Stiamo parlando del Great Colonial Hurricane del 1635. Si tratta dell’uragano più distruttivo che la zona in questione abbia mai conosciuto. Secondo le ricostruzioni degli studiosi ci furono venti che superarono i 200 km/h e portarono via nella loro furia abitazioni e raccolti.
Si verificò così una grandissima carestia che causò un’acuirsi degli scontri per l’accaparramento delle risorse. I rari attacchi a villaggi e gli scontri sporadici si trasformarono in una vera e propria guerra, tra il 1636 ed il 1638. Il culmine della violenza si verificò nel 1637, con il “Massacro del Mystic”. I coloni inglesi, raggiunta la roccaforte dei Pequot, vi appiccarono fuoco. In molti morirono, quelli che fuggirono finirono in mano nemica.
La vicenda si concluse con il Trattato di Hartford, tipico contratto coloniale in cui gli sconfitti accettavano (non sicuramente di buon grado) la sottomissione ed il pagamento di un tributo in cambio di protezione. Inoltre i territori inglesi aumentarono a scapito di quelli indiani, segnando un’altra triste pagina di colonialismo sfacciato.