Edgar Cayce, un nome che ha fatto e continua a far discutere. Per alcuni è il grande profeta del XX secolo, un uomo le cui “letture” su ogni aspetto dello scibile umano finivano per assumere le vesti di una sentenza preannunciata. Altri invece considerano Cayce una sorta di pseudo-scienziato dalle buone capacità oratorie nonché attoriali, fortunato per pochi aspetti, sfacciatamente fuori strada per tutti gli altri. Nelle seguenti righe cercherò di riassumere quella che fu la vera storia dell’indovino, non prendendo parte ma esponendo i fatti secondo le testimonianze coeve, più o meno “coinvolte” nel trasporto emotivo che una figura simile può scaturire. Andiamo!
Edgar nacque nel ridente Kentucky il 18 marzo 1877, nella cittadina di Hopkinsville. I suoi non nuotavano nell’oro ma garantirono comunque al ragazzo una vita dignitosa. Fin dai primi anni, il giovane Edgar dimostrò peculiarità comportamentali, affermando di poter comunicare con il nonno scomparso o con degli amici che solo la sua mente poteva figurare. L’esistenza dell’uomo cambiò a causa di una estenuante laringite, di quelle che ti stendono per davvero. Una condizione così gravosa dal punto di vista salutare che fu costretto a cambiare lavoro, da assicuratore a fotografo, con risultati tutt’altro che eccellenti. Occorreva trovare un rimedio e un dottore, chissà con quale lungimiranza, consigliò a Cayce di provare con l’ipnosi autoindotta.
L’esperimento funzionò, forse anche troppo. Durante la seduta, un Edgar Cayce in stato di trance descrisse con termini medico-scientifici altamente specifici la natura del suo male, trovando per se stesso una cura funzionale. Quando si svegliò, tornò ad essere quello di sempre, semplice nei modi e nell’animo, affatto memore di quanto accaduto qualche minuto prima. Ora, l’autoipnosi sarà alla base delle sue successive 14.000 letture che per più di 40 anni eseguì, non senza ricadute psico-fisiche. Dai primi anni del XX secolo fino al 1945, anno della sua dipartita, Edgar Cayce predisse avvenimenti in ogni campo del sapere e della quotidianità: dalla scienza allo spettacolo, dalla borsa al gioco d’azzardo, passando per lo sport, la politica, il cambiamento climatico e geologico.
Predisse ad esempio lo spostamento dell’asse terrestre nel 1998, così come l’inevitabile crescita del livello dei mari, incremento che avrebbe condotto il Giappone e il settentrione europeo in un vortice di inondazioni e violente mareggiate. Nei primi anni ’20 parlò di una guerra catastrofica, che avrebbe coinvolto tutte le nazioni del mondo e che avrebbe mutato irrimediabilmente gli equilibri mondiali. Il riferimento è chiaro, ma sorprende come della guerra riuscisse a fornire dettagli sullo svolgimento, sulle forze in campo e sui punti salienti. Persino Thomas Edison interpellò l’uomo ormai noto come “Profeta Dormiente“. Le parole di quest’ultimo attirarono l’attenzione del New York Times che, soprattutto negli ultimi anni di vita di Edgar Cayce, mandò degli osservatori per testimoniare le sedute profetiche.
Non esisteva una tariffa fissa per le “letture” (come era solito chiamarle). Egli accettava donazioni volontarie, senza impegno, senza obbligo. Un malessere prepotente assaliva Cayce quando le persone chiedevano previsioni egoistiche sul futuro. La questione lo assorbì totalmente, tanto che da un momento in poi le domande sarebbero state lette solo ed esclusivamente dalla moglie. Una stenografa di fiducia trascriveva il tutto e oggi quei documenti (e sono tanti) si trovano in Virginia, nell’Association for Research and Enlightenment.
Un infarto stroncò la vita di Edgar Cayce, nel gennaio del 1945, proprio quando l’enorme guerra che preannunciò volgeva alle sue fasi finali. Negli anni successivi si scrisse tanto in merito alla sua vita e alle sue opere. Molti testi lo inquadravano come un cialtrone, altrettanti documenti cercavano invece di interpretare la complessità mentale del “Profeta Dormiente”. La sensazione è che la verità, semmai ne esista una ed una soltanto, non possa essere più scovata perché decaduta quel 3 gennaio 1945.