Tiberio Claudio Cesare, prima Germanico, poi Britannico. Un cambio di nome repentino, ricevuto dal padre e imperatore Claudio a seguito della conquista della Britannia, perché ritenuto un buon auspicio per il futuro. Tuttavia altrettanto repentini e poco fortunosi furono gli eventi che condussero il figlio prediletto dell’imperatore alla disgrazia, fomentata e resa esplicita da trame di corte e congetture violente. Questa è la storia di un ragazzo – anche se la toga virile raccontava altro al popolo di Roma – vittima di un gioco, quello politico romano, fin troppo spietato per chi non sa sopravvivere alle grinfie della vita. Questa è la storia di Britannico.
Britannico nasce nel febbraio del 41 d.C. in seno al matrimonio instabile tra Messalina e Claudio. Si tratta del secondogenito dell’unione, perché un anno prima nacque la sorella maggiore Claudia Ottavia (che a dirla tutta ebbe una vita ancor più tragica e ingiusta). È però il quinto figlio in assoluto dell’imperatore. Al di là degli schemi parentali, ci basti sapere che sulle spalle di Britannico gravava il peso dell’impero, in quanto legittimo erede. Claudio lo sapeva e infatti celebrò la nascita del piccolo facendo coniare dei sesterzi che riportavano su un lato la scritta “Spes Augusta“, ovvero “la speranza della famiglia imperiale”.
Britannico era quello: una speranza. Purtroppo disattesa, lo dico fin da subito, ma non per colpa sua. Come la storiografia ci insegna, durante il suo regno Claudio ebbe molte più beghe che soddisfazioni. Messalina è solo la questione più scottante e appariscente, un simbolo delle turbolenze imperiali. Eppure Britannico era una di quelle poche gioie. Lo riferiscono le fonti dell’epoca, particolarmente attente a descriverci la felicità di un padre che porta il figlio con sé un po’ dappertutto. Tra impegni ed incontri non mancava mai l’occasione per fare acclamare il piccolo erede dalla folla.
Non ricalcherò in questa sede la “relazione” Claudio-Messalina (di cui vi abbiamo già parlato), quindi mi limiterò a ricordare come nel 48 d.C. Claudio faccia giustiziare lei e il senatore amante-marito Gaio Silio. Di seguito convoglierà a nozze con Agrippina Minore, adottando come figlio Lucio Domizio Enobarbo, eh sì, Nerone. L’imperatore Claudio, forse un po’ ingenuamente (n.d.r.), condannò così il figlio naturale, che lentamente iniziò a scivolare nella stretta strategica di Agrippina Minore e solamente in seguito di Nerone stesso.
Col passare degli anni Britannico però non si accorge di nulla, o meglio, è come se facesse finta di non accorgersene. L’età è quella dell’infanzia e anche se sa di essere un Cesare, prossimo Augusto, gli interessi sono altri. Coltiva ad esempio una bellissima amicizia col figlio di un generale, un giovane Tito Flavio Vespasiano. Quest’ultimo porterà nel cuore il legame, come dimostrano i monumenti eretti in onore di Britannico durante gli anni del suo impero. Giunge inesorabile il 54 d.C. Claudio, probabilmente avvelenato dalla moglie Agrippina, muore. La voce della notizia però non arriva alle orecchie dell’erede.
Si tratta di un piano ben ordito; Nerone quindi annuncia all’intero popolo di Roma riunito all’esterno del palazzo imperiale come Claudio si sia spento. Roma risponde acclamando il nuovo imperatore… Il 17enne Nerone (il quale tra le altre cose aveva sposato la sorellastra Claudia Ottavia, che diviene imperatrice consorte). A nulla servirono le seguenti denunce di un neppure quattordicenne Britannico. Un anno dopo, nel 55 d.C., proprio come il padre, Britannico morì improvvisamente durante un banchetto. Le fonti ci parlano di attacchi epilettici (di cui soffriva, ma saltuariamente), in realtà è ben probabile che dietro quella morte si nascondesse la mano di Nerone. Così se ne andò l’unica vera “Spes Augusta” che Claudio coltivò in cuor suo.