Ci troviamo a Baalbek, in Libano, una cittadina della valle della Bequa. Si tratta di uno dei siti archeologici più importanti del Vicino Oriente, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1984. Le origini di questa città risalgono all’età del bronzo, tra il 2.900 e il 2.300 a.C. È famosa per le monumentali rovine di alcuni templi romani, risalenti al II e III secolo d.C. Nel corso dei secoli questo territorio si trovò sotto il dominio di diverse potenze, prima egiziani e greci e, successivamente, romani. Ed proprio sotto l’impero romano che Baalbek, conosciuta come Heliopolis (la “Città del Sole”), conobbe il suo periodo di massimo splendore.
Dopo la conquista del territorio, i romani iniziarono la costruzione di diversi templi, tra cui tre dedicati a Giove-Baal, a Venere e Bacco. Nonostante quello dedicato al re degli Dei sia da un punto di vista religioso il più importante, il santuario dedicato al Dio del vino e dell’estasi, è considerato dagli storici “il tempio romano meglio conservato al mondo”. A Roma Bacco era onorato come Dio del vino e come fautore, insieme alla triade, dei Sacri Misteri.
Una sua prima edificazione risale al II secolo d.C. Si eleva su un podio di 5 metri di altezza ed ha una pianta di 69 metri per 36. Fu costruito sotto Adriano e Antonino Pio, tra il 128 e il 161, ed è un tempio periptero, ovvero circondato completamente da colonne. Nello specifico erano 42 le colonne corinzie che delimitavano il perimetro, 19 delle quali sono ancora in piedi. Nella cella interna si trovano alcune rappresentazioni della nascita e della vita di Bacco; tali scene hanno fatto sì che il tempio fosse attribuito a quest’ultimo.
Se il santuario è arrivato così ben conservato fino ai nostri tempi, è grazie alle successive fortificazioni medievali. Nonostante ciò, i terremoti verificatesi negli anni hanno arrecato non pochi danni all’edificio, che però è rimasto protetto dalle macerie provocate dal sisma. Nel 1898 un team di archeologi tedeschi portò per la prima volta alla luce questa meraviglia. Ma solo nel 1943, il restauro e la conservazione del sito dedicato alla triade eliopolitana sono passate sotto la supervisione del Servizio delle Antichità del Libano.