Nacque uomo e morì donna. Per decenni rappresentò la lunga leva dello spionaggio francese in territorio europeo, barcamenandosi tra le fastose corti imperiali e facendo della sagacia la sua arma più letale. A lungo – in realtà ancora oggi – la sua figura è stata al centro di dibattiti rappresentanti una frivolezza fine a sé stessa; voci che distolsero l’attenzione pubblica dalla centralità politica e diplomatica che nell’effettivo le Chevalier d’Éon ricoprì magistralmente. Nelle seguenti righe proveremo a snocciolare i passaggi attraverso i quali tale prestigio fu guadagnato, senza trascurare gli aspetti più intricati (ed intricanti) della vita personale, volontariamente “fondanti” della fortuna del cavaliere.
I natali del Cavaliere d’Éon si fanno risalire al 1728. Di famiglia aristocratica, proveniente dalla Borgogna, registrato “maschio” al momento della sua nascita. Le fonti sui primi anni di vita di Charles-Genevieve-Louis-Auguste-André-Timothèe d’Eon de Beaumont si limitano a questo. Ehm, sì, avete capito perché tutti, ma proprio tutti, lo chiamano solamente “Chevalier”? Nella prima età adulta, il ragazzo inizia a lavorare nell’amministrazione pubblica e per qualche strano gioco del destino, finisce tra le fila del Secret du Roi, un’intelligence ante litteram molto cara a Re Luigi XV. Diplomatico, all’evenienza spia, si ritrova nella corte imperiale dell’Imperatrice e Autocrate di Tutte le Russie, Elisabetta I Romanov. Piccolo dettaglio: in Russia si fa chiamare Lia de Beaumont ed è damigella d’onore della sovrana.
Il soggiorno russo dura fino al 1760, quando la missione diplomatica termina e d’Éon torna a Parigi. Qui accadono due cose: entra nel Corpo dei Dragoni (da adesso ci si riferisce a lui come Cavaliere) e il re lo manda, ancora come informatore, in Inghilterra a discutere le clausole di pace dopo la tremenda Guerra dei Sette Anni (1756-1763). Chevalier d’Éon e l’ambasciatore francese a Londra non si sopportano, con il primo che rischia il posto, oltre il ritorno in patria, accolto nella comodissima e confortevole Bastiglia. In grande stile, d’Éon ottiene dal parlamento inglese il permesso di restare nell’isola come privato cittadino. A ciò aggiunge il carico da novanta. Fa uscire un libro scandaloso su alcuni degli uomini più influenti alla corte di Francia, ricattando di pubblicarne altri, ancor più compromettenti, se non l’avessero lasciato in pace. Funziona, e alla grande anche!
Non solo il Cavaliere ha vinto il contenzioso contro il Segretariato degli affari esteri, ma riesce ad ottenere dal re un’abbondante pensione in cambio delle classiche informazioni sensibili. Dal 1764 fino al 1774 Chevalier d’Éon vive in Inghilterra, esiliato e allo stesso tempo al soldo della corona borbonica. Però Luigi XV muore e con lui il tanto amato Secret du Roi. Il Cavaliere, sfruttando la sua aurea di “intoccabile” arriva ad un compromesso con la Francia. Libertà in cambio dei documenti scandalosi in suo possesso. Ed è sul significato di “libertà” che dovremmo soffermarci, perché d’Éon torna a casa ufficialmente da donna.
In realtà non è una novità dell’ultima ora. Da anni il Cavaliere (che qualcuno iniziò a chiamare Cavaliera) aveva costruito attorno al suo passato una narrazione vantaggiosa, quasi di comodo. Lei, donna costretta ad indossare abiti maschili affinché il padre concedesse i diritti ereditari. Lei, donna che combatté valorosamente in un mondo di soli uomini. Inutile dire che dalle parti di Parigi qualche nobildonna storse il naso, commentando a più riprese l’immoralità di quel personaggio. Tuttavia il tempo scorreva e l’anno più importante della storia francese si avvicinava. Il declino per madame d’Éon era già una solida realtà.
Si trasferisce di nuovo in Inghilterra dopo aver rischiato la prigione in Francia per insubordinazione. La Rivoluzione è travolgente, cancella (temporaneamente) i residui dell’Ancien Régime e con essi anche i risparmi del Cavaliere. Povertà e precarietà contraddistinsero una sempre più anziana ex-spia. Morì nel 1810 a Londra, dopo aver convissuto con un’altrettanto anziana vedova in un piccolo appartamento nell’East End. Gli ultimi anni trascorsero lentissimi, perché allettata. Quando si spense, il certificato del medico suonò chiaro: “organi maschili sotto ogni aspetto perfettamente formati”. Onestamente, poco importa. Il Cavaliere d’Éon fu quello che fu, a prescindere dal sesso, a prescindere da tutto.