Oggi Tell el-Muqayyar, ieri Ur. Nell’antichità erano più sbrigativi nel dare i nomi alle città. Mettendo da parte l’ironia (anche se non per molto), parliamo di uno dei primi centri della civilizzazione per come la intendiamo, sorto nell’attuale Iraq. Ur nasce nella bassa Mesopotamia all’incirca nel V millennio a.C. esattamente tra la foce del Tigri e l’Eufrate.
La città-stato è fin da subito uno dei fiori all’occhiello dell’urbanizzazione sumera, ma soprattutto diventa centrale per la notevole e raffinata produzione di ceramica. Nel corso dei millenni la città conosce momenti di declino (in particolar modo durante il periodo della seconda dinastia che si colloca alla fine del III millennio a.C), alternati a secoli di assoluto splendore.
Ci basti pensare che nel periodo di massima espansione, ovvero durante la terza dinastia di Ur, la città arriva ad accogliere più di 60.000 abitanti. A cavallo tra il III e il II millennio prima della nascita di Cristo, Ur conosce un ulteriore sviluppo urbanistico; che poi ciò che resta oggi nei pressi di Nassiriya risale proprio a quel tempo.
Tra le altre cose la notevole città-stato si dota di una Ziggurat, della quale però non vogliamo parlare più di tanto perché argomento fin troppo comune. I secoli d’oro di Ur vengono cancellati dalla travolgente espansione babilonese. Un impero che pone l’accento sulla città di Babilonia e degrada i centri sumeri a province di periferia. La nostra città tra il Tigri e l’Eufrate resta comunque una meta di culto fondamentale.
Il mito di questa città e la sua fama declina completamente con la scomparsa dei regni mesopotamici. L’affermarsi dei persiani e la nascita di altri centri urbani dalla posizione più strategica rappresenta il motivo finale dell’abbandono di Ur. Oggi tutto quello che sappiamo su Ur lo dobbiamo agli scavi archeologici del XIX secolo, condotti prevalentemente dagli inglesi.
Gli stessi scavi hanno permesso ai resti dell’antica città-stato di raccontare una storia che per millenni ha taciuto sotto la sabbia. La culla della civiltà, quale si può considerare la Mesopotamia, è degna di tale nome proprio grazie a città come Ur: più di una semplice Ziggurat.