Lo scorso gennaio 2022 una missione archeologica italo-egiziana, capeggiata dall’Università Statale di Milano, ha annunciato il ritrovamento di una sensazionale struttura tombale ad ovest di Assuan, nell’Egitto meridionale. Scontato sottolinearlo, ma dalla scoperta ad oggi sono seguiti ulteriori studi per comprovare la natura del rinvenimento. Sulla base dei suddetti studi, è nostra intenzione ribadire il prestigio e la portata del successo archeologico.
Prima di sviscerare il risultato delle analisi scientifico-culturali, serve qualche precisazione di carattere temporale e geografico. Il team di ricerca lavora sulla sponda occidentale di Assuan, quindi nell’area del Mausoleo dell’Aga Khan, almeno dal 2019. La regione è ricca di tombe antiche, che vanno dal VI secolo a.C. fino al IV secolo d.C. Il lasso temporale preso in considerazione è ampio, come si può osservare. L’epoca d’interesse va dall’età tardo faraonica giungendo a quella Tolemaico-romana. Il dato è significativo, perché ci aiuta a comprendere una variazione di carattere demografico, giustificandola con il succedersi di diverse dominazioni. In poche parole, la popolazione egizia andò progressivamente mescolandosi con individui provenienti da alte regioni mediterranee, generando una particolare eterogeneità demografica.
Questa lunga ma doverosa premessa ci conduce dritti al ritrovamento dell’anno scorso. La tomba riaffiorata è infatti di tipo greco-romano; scavato nella roccia, si tratta di un sepolcro comune, luogo di riposo per diverse famiglie. L’équipe d’esperti ha riportato alla luce un gran numero di reperti dal notevole valore manifatturiero. Tavolette votive, lastre in pietra con caratteri geroglifici, una collana di rame con incisioni greche (sulla quale torneremo) e statue in legno per la venerazione.
Abdel-Moneim Said Mahmoud, direttore generale delle antichità di Assuan e Nubia, ha commentato entusiasta la scoperta archeologica, asserendo come la tomba sia suddivisa in due parti distinte. Si scorge primariamente un edificio rettangolare composto da blocchi d’arenaria. Questo presenta l’entrata costruita con mattoni in argilla. La seconda parte riguarda un cortile, anch’esso rettangolare, scavato nella roccia; esso presenta ben 4 camere funerarie. Tuttavia la tomba di Assuan (sigla identificativa: AGH032) conobbe in un passato non meglio specificato la depredazione e, come se non bastasse, un violento incendio. Le tracce di quest’ultimo sono ancora presenti sulle pareti interne dell’ingresso.
Il discorso sull’eterogeneità demografica si ricollega alla già citata collana in rame. Nei pressi della parete est della struttura, gli esperti hanno rinvenuto la mummia di un uomo; egli aveva accanto la suddetta collana con inciso il suo nome in greco, Nikostratos. Questa non è l’unica mummia, anzi. I ricercatori, esplorando in profondità le gallerie sotterranee, hanno posato il loro sguardo su circa 30 corpi imbalsamati. Alcuni sono bambini di tenerissima età.
Commentare questo successo culturale suscita una grande gioia nel nostro animo. Ma non è finita qui! Patrizia Piacentini, docente di Egittologia e Archeologia egiziana all’Università Statale di Milano, riferisce come sia in corso un’altra missione archeologica, di cui non vediamo l’ora di presentarvi i risultati, certamente rilevanti.