Non si ferma mai l’eccezionale cantiere archeologico di Pompei. L’eruzione del 79 d.C. sembra aver fermato il tempo nella città campana e lentamente emerge un passato che per millenni è rimasto sommerso. Il parco archeologico annuncia in questi giorni un nuovo ritrovamento: si tratta di un Askos, ovvero un contenitore per vino utilizzato per la mescita.
Il contenitore antico si trovava al primo piano di un’antica Villa suburbana di Civita Giuliana, in zona schiavile. L’oggetto però era troppo di valore per appartenere alla classe sociale più bassa. Si pensa infatti fosse di proprietà dei capi della servitù, che probabilmente abitavano proprio l’area in questione.
I capi degli schiavi pare avessero un tenore di vita nettamente superiore a quest’ultimi. Erano quelli che oggi definiremmo dei “piccolo borghesi“. Il piccolo contenitore rinvenuto ne è la prova. Un oggetto snello e abbastanza maneggevole, di un qualche valore, non poteva di certo appartenere all’anello più basso della società dell’epoca.
Tornando all’Askos, si tratta di un recipiente a forma di anatra. Il collo allungato e fino e la base panciuta ricordano l’animale. Centrale era inoltre il vino, la divinità (Bacco) e le feste ad esso annesse. Il consumo di vino era un tassello importante della vita quotidiana e rappresentava un salto di status non indifferente.
Tale centralità si rispecchia anche nell’antica produzione vinicola che facevano i Romani. Fra le zone dell’Impero più famose per la viticoltura c’era proprio la Campania stessa, affiancata dalla Sicilia e dalla più lontana Gallia. Molto diffuso tra i romani era inoltre il “posca“, ovvero una bevanda composta da vino diluito con acqua e una punta di aceto. Lo so, ad oggi sembra un insulto, ma è una questione culturale lontana da noi.
Molto migliore probabilmente era il “Mulsum“, ovvero vino con il miele. Stesso principio della bevanda alcolica che producevano i Greci aggiungendo il miele all’acqua e lasciandolo fermentare. Qualsiasi cosa abbia contenuto l’Askos, il suo ritrovamento è comunque molto importante e attesta, ancora una volta, l’importanza di Pompei.