A Coventry, nel cuore delle Midlands Occidentali, sono molto affezionati ad una figura storica realmente esistita, ma sul quale nome, in età media, è sorta una leggenda popolare dall’incredibile valore simbolico-folkloristico. Stiamo parlando di Lady Godiva, talvolta citata nelle fonti medievali con il nome di Godgifu. Le stesse fonti ce la descrivono come una fanciulla bellissima, dall’aspetto non solo folgorante, ma affascinante nella sua delicatezza.
Godiva nacque forse nel 990 e della sua nubile giovinezza non sappiamo assolutamente nulla, zero totale. Cominciano ad affiorare le prime informazioni quando va in sposa al conte Leofrico di Coventry, nobile anglosassone influente all’interno del contesto politico del Regno di Mercia. Non sono poche le fonti scritte ed iconografiche d’origine monastica che si soffermano sulla benevolenza dei coniugi. Ciò ci fa pensare come i due, devoti cristiani, si impegnassero molto per entrare nelle “grazie di Dio” attraverso donativi e concessioni.
Ma se ci dovessimo fermare al solo fatto storico, le nozioni sarebbero ben poche. Il conte Leofrico si spegne nel 1057; Godiva continua a vivere nella contea gestendo il patrimonio territoriale anche dopo l’avvento normanno del 1066. Il fatto di essere donna, vedova e per di più anglosassone, la resero un unicum tra i proprietari terrieri dell’intero panorama britannico. Chiamata in causa anche dal Domesday Book, non conosciamo con esattezza la data della sua morte. Molti individuano il 1067 come anno della scomparsa, ma alcune fonti si spingono oltre fino al 1083.
Come detto, il fatto storico è abbastanza scarno, ma se ci si sposta sul lato della narrazione popolare, allora le cose cambiano. La tradizione è la seguente: Leofrico, per sostenere gli ingenti impegni militari, alzò e non di poco le tasse. La gente di Coventry, disperata per la generale condizione di povertà, protestò, chiedendo di diminuire la tassazione. Lady Godiva, sensibile alla voce dei più poveri, prese le parti della popolazione. Stanco del malcontento, Leofrico promise di eliminare le tasse aggiuntive solo se sua moglie avesse cavalcato nuda lungo le strade della città. La nobildonna accolse la provocazione e per il bene della comunità accettò.
Le autorità resero noto un proclama che vietava la presenza di spettatori durante la sfilata di Lady Godiva. Per lo stesso motivo venne confinata la plebe all’interno delle abitazioni e furono sbarrate porte e finestre. La dama cavalcò senza vesti, coperta solo dai suoi lunghi capelli. Nessuno osò guardare, tranne un uomo, Peeping Tom (che nel gergo inglese ha assunto il significato di “guardone”). Grazie ad un buco fatto sulla persiana, il ragazzo ebbe la vista libera, ma la bellezza di Lady Godiva lo rese permanentemente cieco. A lungo ci si è posti la domanda sulla veridicità del racconto e, ad essere onesti, una parvenza di realtà storica potrebbe esserci.
Al tempo (e fino al XVII secolo circa) i penitenti o i presunti tali sfilavano per le strade cittadine con addosso un velo bianco, utilizzato come biancheria intima. Può darsi che la cavalcata di Lady Godiva sia avvenuta, ma per penitenza, come segno della sua comprovata devozione religiosa. Ciò confermerebbe la consueta diceria: dietro le grandi leggende, il più delle volte, si nascondono piccole ma significative verità.