Avete visto Romulus su Sky o avete letto la trilogia di Luca Azzolini dedicata a questo universo narrativo? La figura delle Vestali vi ha incuriosito? Avete antiche reminiscenze dai banchi di scuola, ma non vi ricordate più chi fossero o cosa facessero queste sacerdotesse? Ecco che oggi allora andremo a vedere sette fatti curiosi su questa figura.
Tutto ciò che volevate sapere sulle Vestali
Nell’Antica Roma le Vestali erano le sacerdotesse della dea Vesta (Estia per i Greci, la dea della casa e del focolare). Erano un gruppo d’élite di giovani donne provenienti da importanti, nobili e ricche famiglie romane, scelte prima della pubertà per dedicarsi per i successivi 30 anni alla vita di sacerdotesse vergini.
La loro esistenza era considerata essenziale per proteggere la città di Roma e per garantirne la prosperità. Ciò fece sì che le Vestali avessero uno status incredibile nella società romana, indipendentemente dal tradizionale potere maschile, cosa insolita per le donne di quell’epoca. Ma tale status si accompagnava anche a punizioni terribili per chi avesse rotto i voti prima dello scadere dei 30 anni di servizio.
Come, 30 anni di servizio sono pochi? Considerando che la vita media all’epoca si aggirava sui 40 anni e che le fanciulle erano scelte prima della pubertà, in pratica voleva dire passare praticamente tutta la vita al servizio di Vesta.
Comunque sia, ecco alcuni fatti che forse non conoscevate sulle Vestali:
1- Erano un antico ordine: le Vestali erano uno dei pochi ordini sacerdotali femminili di Roma. Anzi: erano così antiche che facevano risalire le loro radici alla fondazione di Roma. O anche prima: si narra che le Vestali esistessero già ai tempi di Alba Longa. Una volta che le donne entravano a far parte di questo ordine, erano liberate dalla patria potestas della loro famiglia. Ma dovevano giurare castità. La leggenda narra che una figlia del re di Alba Longa fu costretta da un usurpatore a diventare una Vestale. L’usurpatore pensava che, visto che il requisito base per questo ordine era la castità, ecco che la principessa non avrebbe mai rappresentato per lui una minaccia. Solo che il dio Marte di invaghì della ragazza e da lì nacquero due gemelli, Romolo e Remo, i fondatori di Roma nel 753 a.C.
Sempre la tradizione ci dice che fu il successore di Romolo come re di Roma, Numa Pompilio, a costruire il Tempio di Vesta a Roma, istituendo il sacerdozio delle Vestali. Inizialmente Numa Pompilio nominò due Vestali per prendersi cura del tempio, ma poi Servio Tullio portò il numero a quattro (si dice che anche lui nacque “miracolosamente” da una Vestale, questa volta tramite il dio Vulcano, alla faccia del voto di castità). Ma ai tempi della Repubblica Romana il numero fu aumentato a sei.
2- Il Focolare di Roma: sappiamo che la religione dell’Antica Roma era incentrata sul focolare di ogni casa, dove gli antenati della famiglia (i parentes), i guardiani della casa (i lares familiares) e lo spirito guardiano del capofamiglia (il genius), erano adorati insieme alle altre divinità. E il Tempio di Vesta rappresentava il focolare dell’intera Roma. Il compito principale delle Vestali era quello di assicurarsi che il fuoco del focolare del Tempio rimanesse sempre acceso. Se si fosse spento, Roma avrebbe perso il sostegno degli dei, costringendo la popolazione a condurre riti religiosi straordinari per ristabilire il rapporto con gli dei. La sacerdotessa che avesse fatto spegnere la fiamma, sarebbe poi stata picchiata per penitenza.
3- Mai infrangere i voti: se far spegnere il fuoco causava una punizione corporale, ecco che infrangere il voto di castità per una Vestale voleva dire essere punita duramente. Come? Beh, doveva essere sepolta viva. Il corpo di una Vestale apparteneva a Roma, il che vuol dire anche che le Vestali non potevano lasciare Roma e che dovevano essere sepolte dentro i confini di Roma (era un onore riservato a pochi).
Ferire una Vestale era considerato una blasfemia e quando si muovevano per Roma erano accompagnate da un littore, una guardia del corpo che poteva uccidere chiunque interferisse con lei. Ma se la Vestale che avesse infranto il voto di verginità era punita seppellendola viva (visto che, comunque, non si poteva versare il suo sangue) in una piccola tomba senza provviste (fingendo fra l’altro che ci andasse volontariamente), l’uomo che giaceva con lei era picchiato a morte in pubblico dal Pontefice Massimo.
4- Fanciulla, Madre e Vecchia: in servizio c’erano al massimo sei Vestali, ma il sacerdozio era molto più ampio. Per diventare Vestale bisognava essere figlie di un libero cittadino, avere due genitori in vita e non avere difetti fisici, mentali o morali. Solitamente il Pontifex Maximus stilava una lunga lista di papabili candidate, poi si sceglieva a sorte le ragazze che si sarebbero unite all’ordine. Essere scelta come Vestale era considerato sia un onore (dipende dai punti di vista: non tutte erano felici di dover trascorrere i successivi 30 anni in castità) che un sacrificio. Sacrificio da parte della fanciulla che, magari, aveva altri progetti per la vita.
Ma anche per la famiglia in quanto quella figlia non poteva più partecipare ai contratti di matrimonio o dare alla luce degli eredi. Inizialmente erano scelte solamente le figlie dei patrizi, ma visto che i nobili non erano poi così felici di dover rinunciare alle loro figlie, ecco che vennero scelte anche le figlie dei plebei. E in alcuni particolari momenti storici anche le figlie dei liberti, cioè degli ex schiavi liberati. Una volta entrate nell’ordine e pronunciati i voti, passavano i primi dieci anni in addestramento. Poi avrebbero servito come Vestali attive per altri dieci anni, salvo poi diventare Vestali senior responsabili dell’addestramento nel corso degli ultimi dieci anni.
La Vestale capo era la Virgo Vestalis Maxima. Nel caso una Vestale fosse morta in servizio e si fosse reso necessario reclutare una donna, ecco che le candidate avrebbero potuto presentarsi alla Vestale capo. In questo caso decadeva il requisito della verginità.
5- Icone femminili con privilegi maschili: passati i 30 anni di servizio, la Vestale era libera di andare in pensione. Lo Stato le avrebbe garantito una generosa pensione. Essendo però libera dalla patria potestates, era indipendente e non soggetta all’autorità del padre o della famiglia. Poteva avere proprietà sue, scrivere un testamento o anche testimoniare in tribunale, cosa che le altre donne non potevano avere o fare. Se lo voleva, poteva anche sposarsi, anche se poche sceglievano di farlo: essendo vissute in maniera indipendente per così tanto tempo, nessuna voleva nuovamente assoggettarsi a un uomo.
Altre Vestali, invece, decidevano di rinunciare alla pensione e di rinnovare i voti di castità. Le Vestali in servizio, invece, godevano di altri privilegi. Per esempio, avevano posti in prima fila ai giochi pubblici e ai combattimenti dei gladiatori. Inoltre potevano viaggiare su un carpentum, un carro chiuso. Un altro loro poteva permetteva loro di perdonare i condannati. Il caso più eclatante fu quando le Vestali salvarono Giulio Cesare dalle proscrizioni di Silla
6- Scandali: va da sé che molte Vestali furono vittime di trame politiche. A volte erano condannate a morte per aver infranto i voti, ma a volte le accuse erano inventate e motivate politicamente. Lo scandalo più grande fu quello che coinvolse Giulia Aquilia Severa: da Vestale sposò l’imperatore Eliogabalo, entrambi seguaci del dio sole arabo-romano Elagabal. Non si è mai capito se la loro unione fosse reale o solamente simbolica, per simboleggiare il binomio fra il dio del sole e Vesta. I due si separarono per motivi politici, lui sposò un’altra donna, da cui però poi divorziò per tornare con la sua Vestale
7- La caduta di Roma: man mano che il Cristianesimo si diffondeva nell’Impero Romano (soprattutto a opera di Costantino), ecco che le Vestali iniziarono a perdere importanza. L’ordine fu sciolto del tutto nel 382 d.C., quando l’imperatore Graziano ne confiscò i beni. E poco dopo Roma cadde. Coincidenze?