Eccomi qui, nelle vesti del tizio che non si fa andare giù delle trovate sceniche in film pseudo-storici e deve sfruttare uno spazio a lui concesso per sfatare alcuni di quelli che ritiene essere “dei falsi miti” indotti da Hollywood. Oggi coniugo tre delle cose che mi appassionano maggiormente: l’analisi critica degli aspetti della realtà – presente o passata – che diamo per scontati essere veri, la Settima Arte e la storia. Ne è venuta fuori una lista, anche abbastanza esaustiva, di 6 casi in cui l’industria cinematografica più grande al mondo, quella a stelle e strisce, ha distrutto un fenomeno ricorrente nella convenzionale età di mezzo: gli assedi medievali.
1 – Agli americani non piacciono i fossati. Non vi era un difensore degno di tale nome che non scavava fossati attorno le mura della città o del castello così da aumentare il fattore di protezione a scapito dell’assediante. In Italia lo sappiamo benissimo. Chi vive in una qualunque città che conservi un’eredità urbanistica-architettonica di rilievo, noterà che fuori il vecchio circondario vi sono porte antiche, ponti e fossati. Bene, dalle parti di Los Angeles questa cosa non gliel’hanno spiegata, o meglio, gliel’hanno spiegata male.
Non capisco per quale motivo, ma gli addetti alla scenografia quelle poche volte che si ritrovano a dare vita a simil fossati, lo fanno in battaglie campali e raramente in lunghi e logoranti assedi. A proposito, prima causa della longevità e del deperimento dell’assedio erano proprio queste fosse, talvolta “abbellite” da pali di legno affilati o in alcuni casi allagate. Ci potete scommette: per un aggressore cadere in quell’acqua stagnante era tutto fuorché igienico. Nulla di tutto ciò, perché nei film chi aggredisce le mura lo fa su un terreno pianeggiante fino all’ostacolo materiale rappresentato dalla cinta muraria. Ma non c’è da temere, ci sono le torri d’assedio (sulle quali torneremo a breve)…
2 – Olio ne avete? Peccato, volevamo gettarlo addosso agli assedianti. Sapete quante fonti accurate dal punto di vista storico-militare citano il caso delle pentole d’olio bollenti come dispositivo di difesa durante gli assedi medievali? Si contano sulle dita di una mano. Mentre per Hollywood, fateci caso, sono all’ordine del giorno. Attenzione, non sto dicendo non sia mai accaduto. Voglio solo insistere sul fatto che fosse raro, se non rarissimo. L’olio costava e non poco (forse più degli odierni 10 euro al litro; scusate, dovevo dirlo). Valeva la pena utilizzarlo in quel modo? Per non parlare del pericolo a cui si sarebbe andati incontro maneggiando pentoloni ardenti sulla cima di un bastione…
Certamente ci si ingegnava per buttare cose addosso a coloro che cercavano di salire le scale d’assedio. Nella lista rientrano pietre o pezzi di muratura, persino cadaveri umani/animali, se necessario escrementi (in questo articolo spieghiamo in che senso). Fonti sostengono come i difensori ricorressero in alcuni casi all’acqua bollente, pece, calce viva e sabbia calda. Se vi state chiedendo, magari col sorriso, a cosa servisse la sabbia calda vi consiglio ciò: indossate un’armatura in ferro di trenta chilogrammi e cospargetevi di sabbia incandescente, capirete il disagio…
3 – Tendopoli che diventano città, città che diventano tendopoli. Accamparsi prima di condurre un assedio era l’ordinarietà. Non giudico l’azione in sé, ma la rappresentazione cinematografica della medesima. La ripresa grandangolare che con movimenti lenti a salire vi mostra la vastità dell’accampamento, con queste tende dai toni vividi, accecanti, il più delle volte simboleggianti i colori del regno. Bellissimo il colpo d’occhio, per carità, ma non mi si venga a dire fosse questa la realtà dei fatti. Era molto più complicato di così.
Ci troviamo pur sempre in un’epoca in cui gli eserciti nazionali propriamente detti non esistevano o, se esistevano, erano nella loro fase primordiale. Tradotto: chi combatteva lo faceva di tasca propria, con i propri mezzi, pagando con i risparmi l’equipaggiamento necessario a non fare brutta figura in battaglia. Una modesta tenda costava in media la metà della paga annuale di un combattente. Secondo voi, costui preferiva spendere la stessa cifra in armi e sostentamento o in una comoda tenda dai colori sgargianti? Esisteva tuttavia un ceto che quella spesa poteva permettersela, ma ricordiamo come la componente principale di un esercito era di media-bassa estrazione.
4 – Ok, belle le torri d’assedio, ma come le utilizziamo? Qui la critica è molto più fine e tutto sommato collegata alla questione dei fossati. Allora, va dato il merito agli americani per aver realizzato delle ottime riproduzioni. Non c’è sarcasmo in quello che dico. Analizziamo velocemente il funzionamento di queste fortezze semoventi secondo la logica filmica. Al cinema vediamo queste torri d’assedio spinte fino alle mura dei difensori. C’è un momento in cui il ponte levatoio cade dalla torre e gli assedianti si riversano sui bastioni. La scena descritta non è del tutto inesatta, anzi, ma per poterlo fare, una torre d’assedio dovrebbe probabilmente essere posizionata su un’area in cui è stato riempito un fossato difensivo.
Colmare un fossato e renderlo inoffensivo richiedeva uno sforzo titanico. Ecco che Hollywood taglia la testa al toro e non fa comparire in scena il fossato! Ma nella realtà questi esistevano, dunque come fare? La tattica più comune era quella di spingere la torre d’assedio il più vicino possibile alle mura. Da quella posizione gli arcieri in cima alla torre di legno avrebbero avuto un vantaggio in altezza sui difensori. Svolgevano più una funzione di supporto che di assalto vero e proprio. Come detto, qui la critica era più lieve.
5 – Chi indirizza trabucchi e catapulte è ubriaco, altrimenti non si spiega. Vi faccio una domanda: in base a quella che è la vostra esperienza con i film di guerra medievale, ricordate cosa vanno a colpire trabucchi e catapulte? Se la risposta è “ovvio, le mura a protezione della città” avete ragione. Peccato non funzionasse così. Il bersaglio non erano quasi mai le alte e robuste mura che si ergevano a protezione della città, ma chi vi stava all’interno.
Per questo i mezzi d’assedio lanciavano palle infuocate e in alcuni casi cadaveri oltre ai classici massi di pietra. Era necessario demoralizzare il nemico, indebolirlo internamente, non tanto fargli crollare la cinta di mura. Le brecce erano eccezionali, nel senso lato della parola.
6 – Caricare, mirare, fuoco! Ci avete mai fatto caso che si utilizza questa formula per azioni difensive richiedenti l’utilizzo di arco e frecce in assedi medievali avuti luogo, non so, nel XIV secolo? A me e a molti altri ha sempre stonato come cosa e non è un errore di traduzione o doppiaggio; nella versione originale – spesso inglese – si sente dire “fire” ovvero “fuoco”. Le tre paroline magiche non vennero utilizzate almeno fino alla completa diffusione del moschetto a miccia (parliamo di Cinque-Seicento).
Sono dei resoconti britannici a svelarci la formula esatta utilizzata dai tiratori durante la difesa di una sezione di mura. Per questo utilizzerò i termini inglesi con apposita traduzione. Il comandante gridava ai sottoposti le parole “nock” (“caricare”) e dopo pochissimi secondi – dimenticatevi la corda dell’arco tesa per minuti, come spesso si vede – “loose” (“scoccare”).