Come per ogni cosa a questo mondo, esistono fatti noti e fatti meno noti. Banalità – me ne rendo conto – che però assume contorni un po’ più intriganti se contestualizzata. Per farlo scomoderò uno dei fiumi più importanti del mondo e maggiormente significativi per l’evoluzione dell’umanità tutta: il Nilo. Appunto, sui fatti noti si potrebbe stilare una lista asettica, priva di guizzo, che comunque accontenterebbe qualcuno. Una lista del tipo: il Nilo è uno dei fiumi più lunghi del mondo con i suoi 6.853 km (se non il più lungo; sul tema esiste un annoso dibattito); esso attraversa 9 paesi africani e sfocia nel Mediterraneo orientale. Ecco, poi c’è quell’universo sommerso di informazioni meno diffuse che probabilmente vi sorprenderà. Almeno è quello che mi auguro!
1- La sorgente del Nilo, quella sconosciuta… Si continua a cercare ma a distanza di millenni nessuno è riuscito a rintracciare le sorgenti dell’imponente fiume. Il plurale qui è d’obbligo, visti i numerosi affluenti che ne decretano la nascita e il corso. Coraggiosi e testardi esploratori del passato (come l’eclettico Pedro Páez Jaramillo, di cui vi abbiamo parlato) provarono a rintracciare le sorgenti del fiume sacro per l’Antico Egitto e in parte vi riuscirono. Tuttavia il loro punto d’arrivo si tramutò presto in un lavoro compiuto solo a metà, con loro dispiacere…
2- La prima autostrada della storia. Alzi la mano chi pensa come la prima autostrada del mondo sia nata nell’Italia degli anni ’20. Bene, ora abbassatela e siate tristi, perché la prima autostrada della storia (impropriamente detta) fu il fiume Nilo. L’Egitto dei faraoni non aveva una rete viaria particolarmente sviluppata, d’altronde non vi era necessità. Le veloci e prestanti imbarcazioni a vela sfrecciavano lungo il Nilo, attraccando nei porti principali del regno per motivi commerciali e più in generale di trasporto. Insomma, seppur mancante d’asfalto il Nilo a tutti gli effetti svolgeva la funzione di strada a scorrimento veloce.
3- Forse senza il Nilo non avremmo conosciuto a pieno la storia egizia. Per quanto il titolo del paragrafo sia così altisonante, il ragionamento che segue è tanto semplice quanto fondamentale nelle sue prerogative di base. Con la sua portata e la sua lunghezza, il fiume Nilo tra le tante cose ha garantito una certa produzione di Cyperus papyrus, pianta acquatica da cui si ricavava il papiro. Vien da sé che in una realtà parallela, dove l’Egitto non è bagnato dalle acque del Nilo, l’inesistenza del papiro comporterebbe l’utilizzo di altri supporti sui quali poter sviluppare una determinata forma di scrittura. Uno di questi era la pietra, ma la scomodità del supporto minerale ha reso difficile l’evoluzione della scrittura in tante altre civiltà ostacolando in parte la conservazione del dato storico. Realtà parallele, per fortuna…
4- L’inondazione plurimillenaria che dagli anni ’60 ha cessato di palesarsi. C’era un tempo in cui le acque del Nilo strabordavano, rompendo gli argini e inondando tutto l’inondabile. Un tempo di cui non si ha memoria, tanto è radicato nel passato. Il fenomeno, che gli antichi egizi spiegavano con la discesa in terra della divinità Mehet-Weret (Dea del diluvio), in realtà aveva una chiara origine geologica. Lo scioglimento della neve e le piogge estive tra i monti etiopi decretavano un’importante discesa d’acqua a valle; una valle piana e desertica. Il perfetto contesto per la stagione delle inondazioni, distruttiva ma religiosamente legittimata. Tutto ciò fino a quando il presidente Nasser decise di costruire la gigantesca diga di Assuan negli anni ’60 del Novecento. Così terminò una consuetudine stagionale che da tempi immemori caratterizzava la prima cataratta d’Egitto.
5- Ad ovest ti ricongiungerai con la morte! Forse non ci avete mai fatto caso, ma ogni tradizionale sepoltura egizia, dalla più antica alla più moderna, si trova sul lato occidentale del Nilo. Esiste una spiegazione ovviamente ed è di carattere spirituale. Proprio come Osiride, sulla riva del fiume, venne ucciso dal fratello Seth, guadagnando la signoria sul mondo dei morti, così gli egizi interpretavano l’attraversamento delle acque come il passaggio tra la vita terrena e l’aldilà. Quest’ultimo, si sarà compreso, risiedeva simbolicamente ad ovest del corso d’acqua sacro.
6- Olimpiadi acquatiche ante litteram. Gli egizi sapevano come divertirsi, ma soprattutto sapevano come farlo sfruttando l’acqua del fiume. Così nacquero le “Giostre Acquatiche”, di cui ci rimane qualche frammentaria testimonianza. Sembra che queste prevedessero lo scontro agonistico tra diverse imbarcazioni a remi, ognuna delle quali aveva uno o più uomini brandenti un lungo palo di legno. L’obiettivo era colpire gli sfidanti e farli cadere in acqua. Vincere sì, ma a che prezzo?