Siamo in pieno secondo tempo tra Fiorentina e Pistoiese, partita amichevole del 27 ottobre 1954. È ora di pranzo, non si sta disputando un match valido per il campionato, ma poco importa, il tifo viola è viscerale e al “Comunale di Firenze” si presentano in 10.000. Alle 14.20 circa un boato si erge dagli spalti, eppure nessuno ha segnato, la palla è praticamente a centrocampo. Prima i giocatori, poi gli addetti ai lavori e lo stesso arbitro volgono lo sguardo al cielo. No… Non può essere! Sono… Sono gli Alieni!
L’avvistamento UFO costringe il giudice di gara ad interrompere il match. L’incredulità regna sovrana. Dalle testimonianze dell’epoca risulta evidente un fatto: tutti hanno visto la stessa cosa, ma in forme diverse. I globi non risultano evidenti ai soli spettatori dell’odierno “Artemio Franchi”, ma sono oggetto d’interesse anche per tutti i fiorentini che in quel preciso istante hanno alzato il naso all’insù. Ma l’evento, per quanto sorprendente, non si limita ad un carattere esclusivamente visivo, bensì diventa cosa sensibile al tatto.
Dal cielo cominciano a cadere dei filamenti biancastri, leggeri come l’aria ma evanescenti al contatto con la pelle. Non si perde tempo a definire quella materia come “capelli d’angelo”, carissimi alla trattatistica mariana. Uno studente di ingegneria riesce però a prelevare un campione e corre verso l’università. Entrato nel dipartimento di chimica, presenta la sostanza al professor Canneri, il quale l’analizza con trepidazione. Il risultato del composto sarà chiaro ed evidente: un mix eterogeneo di silicio, boro, magnesio e calcio.
Immediatamente l’accaduto attira l’attenzione mediatica tanto nazionale quanto estera. Gli anni ’50 sono l’epoca d’oro della fantascienza; l’occasione di definire il tutto come opera degli Alieni è ghiotta e i giornali, pur di vendere, non se la lasciano sfuggire. Non passa troppo tempo prima che qualche teoria dalla validità prettamente scientifica inizi ad imporsi. La prima ha a che fare con l’utilizzo di attrezzatura militare incentrata sull’interferenza radar (attraverso contromisure radioelettriche). Test simili erano in corso proprio sui cieli toscani in quei giorni specifici.
Altresì ha trovato spazio una teoria, valida per tanti, implausibile per altri. Noi non abbiamo i mezzi per giudicare perciò ve la riportiamo così come appare. L’avvistamento UFO e i “capelli d’angelo” sarebbero legati al fenomeno ballooning (“effetto mongolfiera“). Si intende una tecnica di migrazione aerea tipica di alcune specie aracnidi. I ragni, grazie alle loro ghiandole sericigene, producono dei filamenti dal colore candido, attraverso i quali possono spostarsi in cielo, perché mossi dalle correnti d’aria. Esperti hanno rilevato il fenomeno anche oltre i 4 km d’altezza, quindi l’avvistamento di Firenze è plausibile sotto questo punto di vista. Ciò ci conduce sulla strada dell’illusione ottica.
La problematica più grande, che smentirebbe tale ipotesi, riguarda la conformazione chimica dei filamenti. Il professore Canneri indicò elementi quali il boro, silicio, magnesio e calcio. Invece gli studi (non sappiamo dire se attendibili o meno, perciò prendete l’informazione con le pinze) sui filamenti organici avrebbero evidenziato come si tratti di composti a base di calcio, azoto, ossigeno e idrogeno. Fiorentina-Pistoiese del 27 ottobre 1954 è, a 69 anni di distanza, è ancora un mistero.