Queste meravigliose statuette in bronzo riemergono dopo ben 2300 anni dal fango che li ha protetti, grazie agli scavi condotti a San Casciano dei Bagni. Cinque di queste sono alte quasi un metro e sono in perfetto stato di conservazione. Una scoperta che riscriverà certamente i libri di Archeologia. Infatti, un gruppo di sessanta studiosi è al lavoro per procedere ad una probabile identificazione. Il progetto è guidato da Jacopo Tabolli, docente dell’Università per stranieri di Siena, che dal 2019 giuda questo progetto. Un tesoro assolutamente unico che si accompagna ad una numerosa varietà di iscrizioni in etrusco e in latino che saranno materiale preziosissimo per lo studio di questa lingua perduta.
A questo si aggiungono migliaia di monete e numerosi altri ritrovamenti di grande valore. Questo fatto è l’ennesima conferma dell’unicità del territorio Italiano, paese costituito da territori unici, grazie anche alla sua articolata stratificazione culturale. La maggior parte delle statue risale ad un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C.
Occorre ricordare che la Toscana antica ha conosciuto sia la cultura etrusca che la cultura romana. Proprio per questo troviamo in questa scoperta l’unione delle due culture. Tra le statuette in bronzo che sono riemerse troviamo un incantevole efebo, Igea, Matrone, Signori e Imperatori.
I ricercatori sono fiduciosi, credono fortemente che questa scoperta, la più importante dalla scoperta dei Bronzi di Riace, aiuterà a dare finalmente luce ad un periodo della storia Italica che ha ancora non pochi punti d’ombra. Infatti la civiltà etrusca non ha lasciato molto per farsi conoscere. I resti che contenevano iscrizioni, nel particolare, riportavano testi molto brevi, con frasi formulari che riportano molto spesso le stesse parole. Inoltre erano per larga parte assenti comparazioni tra l’etrusco e il latino, quest’ultima lingua, infatti, è ben conosciuta e avrebbe permesso una più agevole ricostruzione, seppure parziale, dell’etrusco.