Il Cile viveva la sua vita sociale e democratica in pace da ormai circa 1.000 giorni. Tutto scorreva tranquillo anche quella mattina dell’11 settembre 1973, nessuno sapeva che una notizia nefasta stava per travolgere la nazione, Allende e tutto il Sudamerica. Da lì a poco un colpo di stato porrà fine al socialismo cileno e al sogno di molti.
In diretta a Radio Corporacion, alle 7:55 del mattino, Salvator Allende parla dal palazzo La Moneda, sede del governo democraticamente eletto. Segnala che Valparaiso era stata isolata ed occupata da un settore della Marina, e che si prospettavano operazioni contro il governo. Allende invita però a mantenere la calma e ad occupare i posti di lavoro pacificamente. Non si aveva ancora idea di quanto grande fosse la dimensione degli eventi.
Allende però è un’idealista, annuncia che sarebbe rimasto a La Moneda a difendere l’esecutivo. Dopo appena mezz’ora, quando il presidente provò a mandare delle truppe a sedare la rivolta di Valparaiso, capì che si trattava di un colpo di stato su larga scala. Diede la notizia sempre tramite radio, ma questa volta con toni più seri e drammatici.
“Siamo in presenza di un colpo di stato che vede coinvolta la maggioranza delle forze armate. Che lo sappiano, che lo sentano, che se lo mettano in testa: lascerò La Moneda nel momento in cui porterò a termine il mandato che il popolo mi ha dato. Non ho alternative. Solo crivellandomi di colpi potranno fermarmi”. Sono queste le parole pronunciate da Salvatore Allende, fra le ultime che il leader socialista riuscì a dire.
Dopo poco, intorno alle 9,30, da un’altra frequenza, ringrazia i lavoratori per la loro lealtà e ripete di aver difeso sino alla fine l’obbligo morale che aveva contratto giurando di difendere la costituzione. Morì così il primo leader socialista eletto tramite democrazia della storia. Morì così il sogno cileno del socialismo. William Colby, direttore della CIA dal 1973 al 1975 ed ex agente segreto, parlerà di milioni spesi dall’America per fomentare e sollecitare il colpo di stato. Erano troppi gli interessi americani nell’area, non potevano rischiare.
Iniziò così il lungo periodo, circa 17 anni, di dominio totalitario del Cile. Un soffio oppressivo che caratterizzò anche altri paesi del Sudamerica (vedasi Argentina e Brasile). Non moriranno mai le ultime parole di Allende che, dopo aver ringraziato la gioventù e le donne più umili, disse “Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore. Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà vano”.